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The Town and its attractions (see the website)
Travertino,
Quintana, ceramica, 100 torri, Calanchi, Dito del Diavolo, Anisetta
Meletti,
Oliva all’Ascolana, Falerio e Rosso Piceno Superiore: sintetizziamo
così la
bellissima città di Ascoli Piceno, un gioiello
della regione Marche e dell'Italia. Oggi vi indichiamo le 10 cose imperdibili
di questo capoluogo,
che offre
tanto da vedere, da scoprire, da fare e da assaggiare.
The town has got its keywords, they are: towers, white travertine, the medieval “Quintana” in August, antique markets, Fried food with the world wide famous stuffed olives, the Meletti Café, good wines, good cheese ……
The town has so many attractions that it could be really appreciated by visitors of all ages, it has got an impressive “marriage” between nature, history and architecture.
La città delle
100 torri
Disseminate un po’ ovunque, la città di Ascoli Piceno,
sorta quasi 2.500 anni fa in epoca pre-romana è conosciuta come
la città delle cento torri, per le innumerevoli torri (in effetti
quasi 200, ma oltre la metà fu abbattuta da Federico II nel XIII
secolo) , gentilizie o campanarie, sorte nel trascorrere dei tempi. La
più famosa è la Torre degli Ercolani o del Palazzetto Longobardo,
ma seguendo lo specifico “itinerario di via delle torri”,
sarà possibile ammirare anche le Torri gemelle, per poi sfociare
in piazza Ventidio Basso. Molte di queste torri, nel corso degli anni,
sono state ridimensionate ed inglobate nelle abitazioni o trasformate
in campanili di chiese. Ricordatevi che le vie, ad Ascoli, sono soprannominate “rue”!
La città del travertino… parlante
Ascoli è edificata sul travertino, ovvero un particolare marmo
che si trova nel territorio e che offre scenari davvero unici. Piazza del
Popolo è considerata una della più belle d’Italia,
e non è possibile andare ad Ascoli senza ammirarla. In stile rinascimentale, è letteralmente
incorniciata da un loggiato con 59 archi e palazzetti rinascimentali con
portici e merlature. Tutta la pavimentazione è in lastre di travertino
che, dopo la pioggia, assumono un suggestivo effetto a specchio. E il travertino,
ad Ascoli, dal periodo umanistico è diventato parlante, grazie all’incisione
sugli architravi delle porte dei palazzi di frasi, motti e proverbi, colti
o dettati dalla saggezza popolare, religiosi o irriverenti, in latino e
in volgare. Oggi se ne possono leggere oltre cento, in una sorta di vero
e proprio testo che si può leggere lungo le ‘rue’ del
centro storico.
Armonia e magia in Piazza del Popolo
Su questo straordinario specchio della città o salotto che dir
si voglia si potrebbe scrivere pagine e pagine. La sintesi che qui riportiamo
ricorda solamente la straordinaria armonia architettonica di questa piazza
rettangolare, tutta di travertino, sovrastata dalla maestosa facciata del
Palazzo dei Capitani del Popolo (all’interno la Sala degli Stemmi,
un vero e proprio scrigno), le mura della chiesa di San Francesco, i palazzi
rinascimentali, i portici e le logge. La piazza assunse la configurazione
architettonica attuale nei primi anni del XVI secolo: ultimata la costruzione
del colonnato nel 1509, si dette la possibilità ai privati di costruire
e sopraelevare i fabbricati seguendo rigorosamente alcune regole, come
l’elevazione di un solo piano oltre il colonnato e l’utilizzo
degli stessi materiali edili (travertino per le finestre e mattoni rossicci
per le volte e le case).
Oliva all’ascolana, fritto misto
e Frustingo
Dire Ascoli significa dire oliva! Il prodotto
principale della gastronomia ascolana è difatti la rinomata oliva “tenera ascolana”,
famosa già in epoca romana. Ripiena di carne e fritta, costituisce
l’elemento principale del “fritto misto all’ascolana”.
La preparazione è lunga e laboriosa, perché bisogna scegliere
l’oliva polposa, tenera, non amara e grande, saperla snocciolare
ad elica con lo spelucchino, uno specifico coltellino usato in cucina,
e poi ricomporla con il ripieno (fatto di maiale, pollo, manzo, vino, uova,
parmigiano e olio). In seguito uova, impanatura e frittura. Tutti gli ascolani
la sanno fare, ma a causa del lungo processo di lavorazione solitamente
si scelgono le festività per prepararne in grandi quantitativi,
da conservare ed utilizzare all’occorrenza. Le olive sono parte principare
del “fritto misto“, con costolette di agnello, carciofi e crema
pasticcera fritta che si può mangiare come antipasto o secondo,
magari accompagnandolo con il vino rosso Piceno Superiore, oppure il Falerio
dei Colli Ascolani, prima di terminare con un dolce tipico delle Marche,
il Frustingo, a base di frutta secca e fichi. Una magia per il palato! |
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